La naja se la osservavi da fuori, potevi farti tante idee ma, comunque, diverse dalla realtà che ti avrebbe accolto "dentro" le mura di una caserma.
Credo di aver vissuto il mio "primo giorno" come un attore in teatro, immerso fra maschere e ballerine, totalmente impegnato nella preparazione dello spettacolo per la sera. Nel piazzale della caserma "Aurelio Grue" c'erano uomini in divisa ad urlare cose, al momento e per me, assurde. Fra le tante, ricordo che ho dovuto lasciare la mia borsa in un angolo e, ancora vestito da civile, mettermi in una improvvisata squadra e marciare in attesa delle fasi successive. Mi ero tagliato i capelli talmente corti che sembravo John Waine in "Berretti verdi", eppure, sebbene pensassi di essere in regola, sono stato portato davanti al barbiere che mi ha tagliato un altro millimetro. Dopo di che, ancora in abiti civili, ho dovuto indossare una camicia verde oliva, mentre un alpino scriveva su di una lavagnetta il mio nome ed un numero. Alla fine mi han scattato una foto.
Fra le varie cose accadute in quel primo giorno, ricordo che la prima sera, di quel 13 ottobre 1993, un caporale mi ha scelto, assieme a Fabio Baldo e Fabio D'Alicarnasso, come "piantone del piano" (pulizia dei bagni, del corridoio e delle scale). Mi ero segnato che, ovviamente, il caporale (Colucci) non era affatto contento di come avevamo pulito i locali e meditava di punirci.
Certamente, non dimenticherò mai la "mia prima sveglia". Io dormivo al piano superiore di un letto a castello, sotto il posto era occupato da Albertini, anche lui bresciano. Alle 6:30 del 14 ottobre, improvvisamente ed a alto volume, è partita la tipica musica militare della sveglia . L'autoparlante era proprio sopra la mia testa, quindi l'effetto è stato abbastanza devastante. Assieme alla musica c'erano anche dei cantanti, i vari caporali, che urlavano con potenza "Sveglia!", per il corridoio e nelle camerate. "Ma dove son finito!!" è stato il mio unico pensiero.
Infine, desidero dedicare un pensiero a tutti quei ragazzi che erano, assieme a me, nella 4^ squadra del 2^ Plotone, della 61^ Compagnia, del 9^ Reggimento Alpini L'Aquila.
Nella foto, a partire da sinistra in piedi: Caporale Evangelista Marco, Zorza Marco, Accardo Rosario, Valaderio Boris, io, Stefano Roberti, Alessandro Reschigna, Erminio Castoldi, l'alpino di cui non ricordo il nome, purtroppo). Accovacciati, da sinistra: Gianluca Antonarelli, Andrea Sebastianelli, Sandro Tollardo, Fabrizio Albertini, Riccardo La Cara, Stefano Militello.
Un ringraziamento anche al caporale della mia squadra, Evangelista Marco di Avezzano, giusto e comprensivo con tutti. Anche se, per la verità, una certa sua complicità me la son guadagnata quando ha visto la foto che avevo appeso nel mio armadietto: Roberto Baggio mentre alzava il Pallone d'Oro allo Stadio Delle Alpi di Torino. Il caporale Evangelista, quando ha visto la foto, mi ha dato una pacca sulla spalla e mi ha detto: "Anch'io tifo Juventus. Da oggi ti salverò dalle punizioni".
sempre avvantagiati voi juventini haaaa
RispondiEliminaGiovita, non ricordo se hai tenuto un diario, se così non fosse, hai un memoria eccezionale.
RispondiEliminaMa la foto da carcerato dove l'hai presa?
Era quella del tesserino che mi sembra ci avevano fatto?
Rosario: noi juventini le meritiamo...ahahah....cmq sei un'interista simpatico e forte!
RispondiEliminaLeonardo: la foto in cui sembro carcerato, mi è stata restituita, l'ultimo giorno, dalla fureria. Ricordo molti episodi, che non ho scritto. Ovviamente i nomi dei componenti della mia squadra li avevo segnati in un'agenda ...però tranne La Cara, gli altri lu ricordavo...
Sofia, dimenticavo. Come ho scritto sopra, la foto da carcerato me l'han fatta a Teramo, il 13-10-93...il primo giorno....sotto la camicia verde-oliva, avevo ancora i jeans...
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