sabato 13 dicembre 2014

RISPETTO RECIPROCO


mi ricordo i primi giorni arrivato alla caserma ugo Passalacqua ero molto spaesato, tra i vari anziani di scaglione c'era un ragazzo particolare Tagliabue all'inizio molto simpatico e disponibile, fino a quando una sera con tono aggressivo mi dice stasera esco al mio rientro voglio trovare il letto fatto.Io restando in caserma rifletto e penso (all'epoca avevo anch'io la testa calda) prendo il materasso di Tagliabue e lo piazzo per terra prendo il suo elmetto e in un foglio scrivo:stasera dormi qua rospo, ci sputo e lo appicico all'elmetto.Dopo mi metto tranquillo steso nella mia branda.Al suo ritorno con voce grossa dice chi è stato! scendo dalla branda e dico io, lui cerca di fare il duro io lo porto vicino al suo armadietto e gli dico se parli ancora ti faccio dormire dentro l'armadietto.Lui si accuccia borbottando.
Devo dire che da quell'episodio in poi non si è più permesso di avere certi atteggiamenti. Ho fatto qualche flessione per qualche anziano ma con rispetto e anche per gioco come a sua volta hanno fatto per me.

lunedì 8 dicembre 2014

Inizio di una nuova storia: 61^ Compagnia Alpini, 2^ Plotone, 4^ Squadra.

La naja se la osservavi da fuori, potevi farti tante idee ma, comunque, diverse dalla realtà che ti avrebbe accolto "dentro" le mura di una caserma.
Credo di aver vissuto il mio "primo giorno" come un attore in teatro, immerso fra maschere e ballerine,  totalmente impegnato nella preparazione dello spettacolo per la sera. Nel piazzale della caserma "Aurelio Grue" c'erano uomini in divisa ad urlare cose, al momento e per me, assurde. Fra le tante, ricordo che ho dovuto lasciare la mia borsa in un angolo e, ancora vestito da civile, mettermi in una improvvisata squadra e marciare in attesa delle fasi successive.  Mi ero tagliato i capelli talmente corti che sembravo John Waine in "Berretti verdi", eppure, sebbene pensassi di essere in regola,  sono stato portato davanti al barbiere che mi ha tagliato un altro millimetro.  Dopo di che, ancora in abiti civili, ho dovuto indossare una camicia verde oliva, mentre un alpino scriveva su di una lavagnetta il mio nome ed un numero. Alla fine mi han scattato una foto.
 
 
 
 
 
Fra le varie cose accadute in quel primo giorno, ricordo che la prima sera, di quel 13 ottobre 1993, un caporale mi ha scelto, assieme a Fabio Baldo e Fabio D'Alicarnasso, come "piantone del piano" (pulizia dei bagni, del corridoio e delle scale).  Mi ero segnato che, ovviamente, il caporale (Colucci) non era affatto contento di come avevamo pulito i locali e meditava di punirci.
Certamente, non dimenticherò mai la "mia prima sveglia".  Io dormivo al piano superiore di un letto a castello, sotto il posto era occupato da Albertini, anche lui bresciano.  Alle 6:30 del 14 ottobre, improvvisamente ed a alto volume, è partita la tipica  musica militare della sveglia .  L'autoparlante era proprio sopra la mia testa, quindi l'effetto è stato abbastanza devastante.  Assieme alla musica c'erano anche dei cantanti, i vari caporali, che urlavano con potenza "Sveglia!",  per il corridoio e nelle camerate. "Ma dove son finito!!" è stato il mio unico pensiero.
 
 

 
 
 
 
Infine, desidero dedicare un pensiero a tutti quei ragazzi che erano, assieme a me, nella 4^ squadra del 2^ Plotone, della 61^ Compagnia, del 9^ Reggimento Alpini L'Aquila.
Nella foto, a partire da sinistra in piedi: Caporale Evangelista Marco, Zorza Marco, Accardo Rosario, Valaderio Boris, io, Stefano Roberti, Alessandro Reschigna, Erminio Castoldi, l'alpino di cui non  ricordo il nome, purtroppo).  Accovacciati, da sinistra: Gianluca Antonarelli, Andrea Sebastianelli, Sandro Tollardo, Fabrizio Albertini, Riccardo La Cara, Stefano Militello.
Un ringraziamento anche al caporale della mia squadra, Evangelista Marco di Avezzano, giusto e comprensivo con tutti. Anche se, per la verità, una certa sua complicità me la son guadagnata quando ha visto la foto che avevo appeso nel mio armadietto: Roberto Baggio mentre alzava il Pallone d'Oro allo Stadio Delle Alpi di Torino. Il caporale Evangelista, quando ha visto la foto, mi ha dato una pacca sulla spalla e mi ha detto: "Anch'io tifo Juventus. Da oggi ti salverò dalle punizioni".

domenica 7 dicembre 2014

Passo del Tonale - Ponte di Legno Caserma Tonolini

Dell'escursione al Passo del Tonale non ho molti ricordi... non so spiegarmi il perché.. mi ricordo delle camminate nella neve... della seggiovia presa.. del bellissimo panorama di cui abbiamo goduto... ma non ho ricordi particolari... 
Mi ricordo di aver fatto il picchetto ed anche la guardia per le Spoglie del Comandante Tonolini che sarebbero state trasferite altrove... ma non ricordo neanche se era nello stesso periodo... sicuramente qualcuno riuscirà a delucidarmi su tutto...















                                                                                               Adino Caldarone




                                                    Pavesi e Ferrari









Germiniasi, Ferrari, Marmaglio, D'Alicarnasso
Caldarone e ...
















"La Vetta"


Di Ruvo e Ferrari

Gesù

Mi trovavo sempre nella casera Aurelio Grue di Teramo, qui abbiamo trascorso, se non erro, 18 giorni per il CAR.

Tra noi reclute, arrivato il secondo giorno direi, c'era un tipo alto, capelli lunghi che gli cadevano fino a metà schiena.
Se non erro aveva il chiodo, un metallaro, sembrava un vero duro.

Noi eravamo già stati tosati dal barbiere, capelli lunghezza 1 o 2 centimetri.

Fu la volta di quello che avremmo poi soprannominato per il resto del militare, Gesù.

Ne uscì con i capelli che erano lunghi almeno il doppio dei nostri.
Non so se il barbiere ebbe pietà o perchè la macchinetta o le forbici chiesero pietà per la quantità di capelli da sfoltire.

Il duro che era entrato dal barbiere uscì che sembrava un paperotto smarrito.

Allucinazioni al CAR

Era il secondo giorno di militare ed ero in fila per il vestiario, forse.
Ad un certo punto vidi scendere dalla discesca che dal cancello d'ingresso portava al piazzale una fila di nuovi arrivati, forse ancora in borghese, non ricordo bene.

Erano quelli partiti il 13 ottobre, noi, eravamo già lì dal 12!

Tra questi vidi uno che mi sembrava di conoscere, Mauro Bosco, del mio stesso paese, Castano Primo.

Dopo un po' vidi passare una parte dei nuovi arrivati e tra questi uno che assomigliava molto a Mauro.
Pensai, sono così spaesato che comincio ad avere le allucinazioni, cerco di vedere persone che conosco per sentirmi meno solo.

In realtà poi scoprii che c'era veramente uno che assomigliava a Mauro, ma c'era anche Mauro!

Incredibile, eravamo in due dello stesso paese e nessuno dei due sapeva che saremmo finiti nella stessa caserma e che avremmo passato un anno insieme.

Che storia!!! =D

L'oculista

Quando ero giovane, diciamo verso i 16/17, mia mamma mi portava a Novara (ad una ventina di chilometri da dove abitiamo), da un oculista, al tempo avevo gli occhiali.

Non so perchè ma questo dottore, che ricordo e ricorderò sempre con piacere, tutte le volte che andavo da lui mi diceva che il suo anno più bello era quello che aveva passato a militare.

Dato che mi aveva ripetuto più volte questo discorso ne ero rimasto colpito e automaticamente questo concetto ha trovato posto in un angolo della mia memoria non cancellabile.

Quando fu la mia volta di vivere l'esperienza del militare, il ricordo dell'oculista, magicamente, saltò fuori.

Come ho precedentemente detto non stavo attraversando un bel periodo, perchè l'università non andava.
Mi ero portato dietro dei libri, l'intenzione era quella di trovare il tempo di studiare.
Quando tentai di aprire i libri mi tornaro in mente tante serate passate a cercare di studiare invece di uscire a rilassarsi.

In quante situazioni si continua sbattere la testa contro il muro cercando di riuscire in un intento, mentre sarebbe più giusto mollare un attimo, rilassarsi, per poi ripartire alla grande con nuove energie?

Ebbene, in quei giorni presi la decisione di chiudere i libri, staccarmi mentalmente dall'università per un anno per poi ricominciare al termine del servizio militare.
Questa decisione mi salvò due volte, la prima perchè mi permise di vivere il militare impegnandomi come si doveva.
La seconda perchè quando tornai ripresi l'università alla grande, a ritmo di 5 esami a semestre.

Il servizio militare fu una delle poche occasioni in cui l'impegno che ci ho messo per fare bene le cose è stato riconosciuto da chi stava più in alto di me nelle gerarchie.
Questa cosa, non mi è più successa in seguito.

Ringrazio il mio oculista di allora per avermi passato quel buon seme da coltivare.

sabato 6 dicembre 2014

LA NAYA UN ESPERIENZA DI VITA


Io del mio servizio militare direi che è stata una bellissima esperienza. Quando sono partito, direzione stazione centrale, vedo arrivare un gruppo di ragazzi con uno striscione con su scritto Teramo erano gli amici di Erminio tra l'altro lui me lo sono ritrovato sempre molto vicino a me
Ricordo il campo del tonale dove tutti insieme abbiamo marciato sul presena, in direzione croce degli alpini un episodio che mi ha segnato molto proprio da farmi sentire sul tetto del mondo
Ricordo la guardia della vigilia di Natale con Erminio capo guardia e con me a pattugliare un ragazzo del 4/93 di Napoli simpatico purtroppo non ricordo il nome
La mattina il capitano si è avvicinato al posto di guardia, per me era la mia prima guardia e con area difensiva ci dice:tranquilli non è un ispezione si è avvicinato e ci ha consegnato una medaglia con su scritto natale 93( c'è lo ancora fra l'altro)
Dopodiché sono finito al minuto mantenimento, da li a qualche mese io ed altri miei compagni di avventura siamo riusciti a faci esentare da tutti i servizi, perché dovevamo ristrutturare i bagni della caserma, fra le tante risate e anche il lavoro li abbiamo terminati (peccato che la caserma non c'è più).Abbiamo ricevuto una licenza premio.
Comunque io negli ultimi mesi anche se non ero in licenza uscivo lo stesso, scavalcavo giù dall'altana è andavo a ballare con qualche altro mio fratello di naya.
Mi ricordo la sera del silenzio, una serata memorabile che ti colpisce l-anima.
Agli scaglioni che ci avevano preceduto era stata vietata la cadenza (il 10/93 l'ha fatta lo stesso).
quando sono rientrato in camerata ricordo benissimo Luciano Peroni un ragazzo del 11/93 mi ha abbracciato e piangeva come un bambino (un gigante buono).Il giorno dopo fra tanti saluti ci siamo avviati per la strada di casa formando 4-5 maccine tutti verso Milano. Tra le varie soste in autogrill e gli occhi lucidi, ricordo che a me ed Andrea ci hanno lasciati in stazione centrale, da li abbiamo preso la metropolitana, io direzione Sesto San Giovanni lui Monza da loreto fino a Sesto non abbiamo spiccicato una parola poi Andrea mi ha guardato mi ha abbracciato e piangendo mi disse adesso non ci vediamo più.
Invece e bellissimo da dire a distanza di vent'anni ci siamo ritrovati e come lui molti di noi infatti siamo qui a raccontarvelo.

Accardo Rosario

venerdì 5 dicembre 2014

Tutti mi dicevano " un anno buttato"...

In mezzo tanti frastagliati ricordi,soprattutto molti momenti divertenti scaturiti da situazioni a volte surreali ma due sono le cose che ricordo come se fosse ieri, il momento in cui ho salutato mio padre prima di partire dicendogli che sarei tornato a casa nel giro di pochi giorni perché ero convinto di far credere a tutti che fossi pazzo o depresso e le lacrime che mi sono scese 365 giorni dopo mentre salutavo le persone con cui ho condiviso un'esperienza unica che mi ha fatto diventare uomo.
Grazie a tutti voi.

giovedì 4 dicembre 2014

Campo Invernale 28 Febbraio -19 Marzo 1994 - Squadra Servizi

Un'attività che ricordo, e di cui quando fa freddo mi compaiono sulle mani dei ricordi, è sicuramente il campo invernale che abbiamo svolto tra il febbraio e il marzo 1994... Facevo parte della squadra servizi... cosa voleva dire fare parte della squadra sevizi?  Sicuramente voleva dire farsi un "culo" pazzesco perché eravamo quelli che dovevano preparare il campo per pernottare, preparare la colazione e la cena per tutti, smontare il campo e trasferirsi in quella che sarebbe stata la destinazione della "truppa marciante"... rimontare il campo e cominciare a preparare le cena... ma non finiva lì.... dopo cena.... con l'aiuto dei "puniti" che lavavano i piatti... si doveva sistemare tutto... solo alla fine di tutte le operazioni  potevamo andare a fare un giro a svagarci un po'..
(Scherzi di prima mattina)

(preparazione di un pasto)

Di seguito trovate il calendario del campo che ci avevano distribuito qualche giorno prima della partenza (reperto storico direi!!) in cui vengono riportate tutte le date con le rispettive tappe... Ho notato che i primi giorni annotavo anche il luogo dove "soggiornavamo" (Oratorio- Caserma dei pompieri - autorimessa di pullman - Municipio - Teatro).




Sicuramente è stata un'esperienza indimenticabile, noi della squadra servizi abbiamo sicuramente legato molto in quell'occasione e siamo stati messi a dura prova .. sia dal tempo ... sia dalle ispezioni... sia dagli orari a cui eravamo sottoposti...
Ricordo che non ho mai mangiato così tanto cioccolato come in quel periodo... praticamente mangiavo solo quello...
Nelle poche mezz'ore serali (dopo le 21.30) di relax che ci potevamo permettere andavamo alla ricerca di qualche locale aperto....


Al termine di questa avventura, tornato in caserma sottopeso (magari lo fossi ora!!), come responsabile della squadra, mi è stato chiesto di  preparare una relazione sul campo invernale... non lo avessi mai fatto!!!.. ho rischiato denuncia dal Comandante di reggimento ed anche dei giorni di punizione... sotto riporto le immagini riguardanti la brutta (quindi scusate l'italiano imperfetto!!)di quanto avevo scritto (reperto archeologico anche questo!!).... ho sempre avuto comunque questo dubbio... il Capitano Intersimone lo aveva lasciato passare senza dirmi nulla, il Colonnello Waiss pure.... non è che fossero d'accordo con me?? ... Palmieri mi ha chiamato nel Suo ufficio!!!


Nel caso mi ricordassi di altro a riguardo aggiornerò il post!!



13 ottobre 1993, mercoledì. Primo giorno da militare.

Poco prima di mezzanotte ero già sul treno, in Stazione centrale a Milano, con partenza alle ore 00:05 e con destinazione Giulianova, in Abruzzo.  Per salire sul treno son dovuto passare in mezzo ad un gruppo di ragazzi che lanciavano in aria un amico, fra urla e canti.  Venti anni dopo scoprirò che quel ragazzo era il caporal Castoldi Erminio che a Teramo sarebbe stato inserito nella mia stessa squadra. Gli amici che mi avevano accompagnato fino alla stazione di Milano, avevano svolto il servizio militare circa dieci anni prima e mi guardavano ammutoliti, quasi preoccupati. Sapevano cosa mi aspettava e forse mi giudicavano un vecio, in mezzo a tanti giovani esuberanti. Avevo ventisei anni e per motivi di studio avevo ritardato la partenza.
Alle ore 5:45, alla stazione di Giulianova ho preso un trenino diretto a Teramo.  Sul treno c'erano tanti pendolari, lavoratori e studenti e quella situazione mi aveva completamente disorientato al punto che avevo dimenticato il motivo per il quale mi trovavo lì.  Sinceramente pensavo di essere sul treno con il quale normalmente andavo a Milano.  Ricordo ancora che mentre scendevo dal vagone la mia attenzione è andata a cinque o sei militari che erano vestiti da alpini.  In particolare, uno di loro (un sottotenente), urlava ad una ventina di ragazzi, vestiti con abiti civili e con la schiena aderente al muro della stazione.  In quel momento mi son ripreso e ricordato il motivo per il quale ero lì... Mi son avvicinato, gli ho mostrato la mia cartolina e mi son ritrovato anch'io, assieme agli altri, con la schiena contro il muro e in una specie di "attenti" ancora informale.  Ricordo molto bene le parole del sottotenente "R.".  "Se avete qualcosa di marcio nelle tasche, buttatelo via adesso, dopo sarà tardi! Vi siete divertiti, ora imparerete un po' di disciplina". Poi, sempre urlando, "chi pensa di fare il furbo, da oggi troverà pane per i suoi denti".  Un'altra cosa che ricordo bene è il viso dei passanti, alcuni ci guardavano e non capivano cosa stesse accadendo, per quale motivo così tanti ragazzi stessero in piedi e allineati.
Dopo le cerimonie di presentazione siamo stati accompagnati sui camion militari (ACL) e portati in caserma.  Sulla targa della caserma "Aurelio Grue" c'era scritto: "Brigata Alpina Julia- 9° reggimento Alpini L'Aquila, 61^ Compagnia-Centro Addestramento Reclute".  Qui è iniziato il nostro periodo di CAR.

La cartolina

Ero al quarto anno di università, avevo dato solo 8 esami, era un brutto periodo per me, ero demoralizzato per gli scarsi risultati in università, quell'anno ero riuscito a dare solo Analisi 2 e alla fine arrivò.

Lei, la famigerata cartolina (non ricordo nemmeno come era fatta).
Lei, l'incubo di tutti quelli che per anni hanno provato a rimandarne l'arrivo, lei, alla fine arriva sempre.

La cartolina è una metafora della vita, si tenta sempre di rimandare la morte il più possibile, ma alla fine, prima o poi, arriva sempre.

Mio fratello ed io abbiamo un anno di differenza, io sono il più grande, lui, però, abbandonò l'università, questo accadde lo stesso anno in cui io diedi quel solo esame e così, di cartoline, ne arrivarono due.

Tutte le volte che avevo rifatto i famosi "tre giorni" avevo sempre dato come preferenza "Aeronautica - Trasmissioni".

C'erano due cose che assolutamente non volevo fare, il Bersagliere e l'Alpino.

Ebbene, mio fratello partì a luglio come Bersagliere per il CAR a Como ed io partii ad ottobre come Alpino per il CAR a Teramo.

 Viva l'Esercito Italiano!

In quel periodo mia madre non mi sembrò particolarmente felice.













mercoledì 3 dicembre 2014

24 Novembre 1993 - Rapportino per CM Bussini Paolo

Controllando nella mia Smemoranda in cui scrivevo quello che facevo durante la giornata... è saltato fuori un foglietto in A5 che riportava un rapportino che dovevo fare al "capo cameretta" in caso di sua assenza... il foglietto riporta quanto di seguito...

"Maiorano ripreso per le basette - Marmaglio ripreso perché faceva il letto 6 minuti in anticipo - ricevuta comunicazione che non si fuma più in bagno ma bisogna andare sul balcone; Comunicazione di riunione straordinaria in bagno dopo contrappello - dopo le 16.30 non si può stare fermi, ti assalgono per ogni cagata (Pegoraro fa troppo il figo e fa atti di nonnismo su Canu - 30 flessioni per un fogliettino per terra)"

di tutto questo... non ricordavo nulla!

Introduzione

Questo blog, forse, un giorno, diventerà un libro.
Le tre virgole nella prima frase sono messe di proposito, servono, come tutte le virgole, per creare una pausa.
Lo scopo è quello di ricreare la stessa suspense che lo spettatore avverte quando la storia viene narrata da Carlo Lucarelli.
Ma dato che questa non è una storia di cronaca nera, la suspense non c'entra nulla, così come, in questa storia, non c'entra nulla nemmeno Carlo Lucarelli.
Il fatto è che tutte le volte che scrivo qualcosa, mi viene da farlo come se fossi Carlo Lucarelli che sta raccontando un fatto di cronaca nera.
Boh, forse sto solo diventando pazzo.

Comunque, questo blog, vuole raccontare la storia di un centinaio di giovani che vent'anni fa, nell'ottobre del 1993, partirono per il servizio militare.
In queste pagine raccoglieremo gli episodi vissuti durante quell'anno, i nostri ricordi,  le nostre emozioni.
Verranno pubblicate le foto scattate a quei tempi,  quando le macchine digitali non esistevano ancora.
Verranno trascritti frammenti di quei diari che i più lungimiranti  tra noi hanno scritto per conservare e tramandare quella che, alla fine, è stata una grande esperienza di vita che, una volta che il tempo ha smussato via gli aspetti più spigolosi, ha lasciato un piacevole ricordo e la nostalgia di una gioventù che oramai se ne sta andando.
Buona lettura.