sabato 18 aprile 2015

Scemo di "Guerra"

Una delle esperienze che più mi sono rimaste del militare è quella del campo marciante in Trentino.
Ho molti ricordi di questo campo, che vanno dalla fatica, alla gioia, all'amarezza, alla nostalgia di casa ecc.
Parto con questo piccolo aneddoto che mi fa sempre sorridere quando mi viene in mente.
La mia intenzione è quella di scrivere sul blog più flash back del campo.

I flash sono lampi di luce improvvisi, durano un'istante, proprio come i frammenti degli episodi vissuti che ogni tanto arrivano come immagini e sensazioni alla memoria.
Proprio perchè sono improvvisi, non sono controllati e quindi non seguono un ordine preciso.

Racocnterò di Stenico e del suo castello in un prossimo post, perchè conservo un bel ricordo di quei due giorni.
Quella sera eravamo a Stenico, era verso il tramonto e stavamo per lasciare la scuola abbandonata dove avevamo passato il sabato e la domenica alla volta di Poia.
Poia, da come me la ricordo era una frazione di non so quale paese, forse di Stenico stesso, o forse no.
Non era distante, dovevamo solo scendere un po' più a valle e poi risalire verso la nostra meta, la sezione Anas di Poia.

Il ciclismo non è la mia passione, ma quando alla televisione sento parlare della Liegi - Baston - Liegi, so che è arrivato il caldo che stiamo andando verso la bella stagione.
Perciò, il ciclismo, anche se non lo segue, mi piace.
Nel gergo clistico, se non erro, ci sono le tappe di trasferimento, ed è proprio così che la definirei la tappa da Stenico a Poia, una tappa di trasferimento.
A dire il vero era febbraio e quindi la bella stagione era ancora un po' lontana.

Giunti alle sede degli alpini, come tutte le altre volte, ci preparammo per la notte.
Solito materassino, solita pompetta, una bella gonfiata e poi pronti per la notte.
Disponevamo i materassini uno accanto all'altro parallelamente lasciando circa un metro l'uno dall'altro.

Buona notte a tutti e fu buio, sonno, stanchezza, riposo per preparsi ad un nuovo giorno.
Proprio come nella vita quaotidiana, solo che qui c'era un pizzico in più d'avventura.

Mattino seguente.

Ricordo benissimo di aver dormito sul fianco sinistro, o per lo meno mi sono svegliato girato sul fianco sinistro.

Apro gli occhi, il commilitone di fianco a me apre gli occhi nello stesso momento.
Ci guardiamo negli occhi qualche istante, poi ci mettiamo a ridere.

Ed io: << Caxxo ti ridi, scemo di "Guerra" >>.

Eh giù a ridere come dei matti.

Si trattava dell'artigliere "Guerra" Enrico.

Da dopo il militare non l'ho più rivisto.

Prossima missione, ritrovare Guerra Enrico.